The Black Hole (Il Buco Nero) è un film del 1979 diretto da Gary Nelson e interpretato da Maximilian Schell, Anthony Perkins, Robert Forster, Joseph Bottoms, Yvette Mimieux e Ernest Borgnine.
Kolossal fantascientifico per il quale la Disney spese oltre 20 milioni $ – più altri 6 per una massiccia campagna pubblicitaria – avrebbe dovuto essere la risposta a Guerre Stellari.
Al cinema non ebbe tuttavia il successo sperato ma nel corso degli anni i suoi fan sono costantemente aumentati.
Il film uscì negli Stati Uniti a Natale del 1979, in Italia quasi un anno dopo (Ottobre 1980).
2130. I 6 membri dell’equipaggio dell’astronave Palomino, il Capitano Holland, il primo ufficiale Pizer, i dottori Mcrae e Durant, il giornalista Booth e il Robot V.I.N.CENT vagano nello spazio alla ricerca di nuovi luoghi abitabili. Sulla rotta di ritorno si imbattono in un buco nero al fianco del quale è ormeggiata, senza essere incredibilmente risucchiata, la Cygnus, un’altra astronave scomparsa 20 anni prima. Raggiuntala, scoprono che essa ha un unico essere umano a bordo, il Dr Hans Reinhardt, al comando di un esercito di androidi. Reinhardt è rimasto sulla Cygnus perché intende esplorare per primo il Buco Nero, mentre tutti gli altri membri dell’equipaggio sono morti tentando di tornare sulla Terra. Pian piano gli ospiti capiranno che Reinhardt è non solo ambizioso, ma anche folle, bugiardo e senza scrupoli.
Il film avrebbe dovuto chiamarsi Space Prob-One e il regista Gary Nelson, inizialmente, era piuttosto scettico sull’accettare o meno l’incarico. Cambiò idea quando video il concept design delle astronavi e dello spazio in cui si sarebbero mosse.
La fase produttiva prevedeva un uso massiccio degli effetti speciali. La Disney provò ad affittare la Dykstraflex, la prima telecamera controllata via computer, che la Industrial Light & Magic aveva messo a punto per la creazione di Guerre Stellari. Ma visto il prezzo esorbitante richiesto, vennero creati appositamente l’Automated Camera Effects System, e il Matte SCAN System. La prima era una versione molto migliorata della Dystraflex, la seconda permetteva per la prima volta di muovere una telecamera su enormi sfondi dipinti: per il film Peter Ellenshow e il figlio Harrison ne realizzarono ben 150. Il resto venne prodotto con tecniche standard: come ad esempio il buco nero, creato generando un vortice in una vasca tonda e trasparente in cui vennero colate diverse vernici.
Vediamo ora qualche curiosità su The Black Hole:
La sceneggiatura del film prevedeva un mondo senza gravità, con i personaggi costantemente fluttuanti nell’aria, specie all’interno della Cygnus. Ma dopo le prime riprese fu chiaro che la cosa avrebbe allungato a dismisura i tempi di produzione e triplicato i costi, e così la sceneggiatura venne pesantemente modificata. Anche il robot V.I.N.CENT. avrebbe dovuto avere occhi mobili, il che avrebbe aumentato la sua potenza espressiva. Ma il sistema elettronico per farli funzionare si mostrò inaffidabile sin dalle prime riprese e allora l’effetto venne abbandonato.
Prima di scegliere Maximilian Schell, per la parte del Dr Reinhardt, vennero vagliati – tra i tanti – Peter Cushing, Christopher Lee, Donald Pleasence e Max Von Sydow.
Alcuni dei costumi di The Black Hole vennero utilizzati successivamente nei test messi a punto da Steven Lisberger per la realizzazione di Tron.
The Black Hole fu il primo film della Disney uscito con classificazione PG, ossia per bimbi accompagnati. Per evitare confusione e produrre pellicole per un pubblico maturo la Disney creerà nel 1984 la Touchstone Pictures.
The Black Hole ottenne 2 nomination ai premi Oscar, per la fotografia e gli effetti speciali, dove gli venne preferito Alien.
Al film venne affiancata una serie di giocattoli come successo precedentemente per Guerre Stellari: action figures, astronavi, puzzle. Come la pellicola, anche i giocattoli all’epoca non ebbero il successo sperato: tuttavia col tempo sono divenuti rarissimi e oggi collezionarli costa un occhio della testa. In Italia vennero distribuiti dalla GIG. Uscì anche un 45 giri contenente la storia, narrata da una voce fuori campo con l’ausilio dei dialoghi del film. Da notare il fatto che alcuni di essi vennero tagliati nella versione cinematografica. Presenti anche alcuni estratti della colonna sonora di John Williams- peraltro eccezionale – e un libriccino illustrato di 24 pagine. La Casa Editrice Whitman realizzò un adattamento del film a fumetti: i primi due numeri narrano la storia del film, i successivi sviluppano le avventure dell’equipaggio dopo l’entrata nel Buco Nero. Le scarse vendite dopo i primi tre numeri convinsero la Whitman a cancellare la serie dopo l’uscita del quarto numero, che ebbe una tiratura molto limitata e, oggi, è una rarità.
L’astronave del Dr. Reinhardt doveva chiamarsi Centaurus: ma venne poi cambiata in Cygnus quando fu fatto notare agli sceneggiatori che la suddetta costellazione conteneva un Buco Nero. L’astronave che si vede nel film è ovviamente un modello in scala, lungo circa tre metri e mezzo e pesante 80 kg.
Quando vide il modello in argilla di Old BOB, Gary Nelson non fu soddisfatto. Prese allora una mazza da baseball e cominciò a colpirlo violentemente finché non ottenne il risultato che si vede nel film.
Yvette Mimieux dovette tagliare i capelli suo malgrado perché le scene prive di gravità sarebbero state più credibili e, soprattutto, più semplici da realizzare.
A The Black Hole non mancano gli errori, spesso di continuità tra gli stacchi. Altrettanto spesso sono chiaramente visibili i fili che sostengono i personaggi nelle scene senza gravità, e le mani – talvolta i piedi – che manovrano i robot. Ma forse un errore ben più grossolano fu, al tempo, quello di far vedere chiaramente la morte di uno dei protagonisti nel trailer televisivo.
Sebbene non sia stato un successo, The Black Hole non fu un flop come spesso viene erroneamente riportato: il film costò, tra produzione e promozione, 26 milioni di dollari. In Europa il film andò male, ma nei soli Stati Uniti, ne incassò 35 e altri 25 arrivarono con l’home video. Il fatto è che per la Disney, abituata ad altri incassi con i cartoni e i film prettamente per ragazzi, The Black Hole apparve come un’opera che non valeva tutto quello lo sforzo produttivo. E’ per questo motivo che dopo Tron (1982), anch’esso accolto tiepidamente, la Disney fece un passo indietro, tornando a concentrarsi sulle produzioni animate e abbandonando per circa 10 anni l’idea di proporre film per un pubblico più maturo.
Fonti
The Black Hole sull’IMDB
The Black Hole su By Your Command