Videotel, Philips/Sip 1985

videotel
Videotel, Philips/Sip 1985

Il Videotel, sperimentato a partire dal 1981, divenne operativo nel 1985. Simile al francese Minitel, il sistema di videotex italiano non riuscì a replicarne il successo.

Vari sono stati i settori in cui si è cercato di diffonderlo, dall’agricoltura, grazie alla fornitura gratuita dei videoterminali da parte di numerosi consorzi di bonifica per dare consigli irrigui in base ai dati inseriti, all’istruzione e alla cultura, ma soprattutto è stato utilizzato per i suoi servizi di messaggeria coi quali fare nuove conoscenze, tanto da affollare i tavoli di vari pub con Metropolis (Mombretto MI) (rimasta prima dell’avvento delle chat via pc tra le -se non la- più frequentata chat europea), Phenomena (Milano) e Fuori Orario (Pavia).

Tra le messaggerie esclusivamente utilizzate da casa le più famose sono quelle del gruppo Samantha, Althea con Only Man ed Only Girl (chat dedicate al mondo gay e lesbo), ed Aline.

Per accedere al Videotel si utilizzava un terminale a noleggio dalla SIP al canone di 7.000 lire al mese, con monitor monocromatico da 9 pollici, e modem che poteva ricevere alla velocità di 1200 baud, e trasmettere a 75 baud. Il teminale componeva il “165″ (in tempi successivi, 1651), mediante scatto telefonico iniziale, e la tariffazione successiva all’intestatario della password, associata ad una utenza telefonica. Con la creazione del servizio 1651, fu creato un servizio parallelo 1652, che impiegava uno standard grafico differente e non era compatibile con i precedenti terminali.

Un altro modo per collegarsi al Videotel era usare l’apposito modem del Commodore 64. Venne messo in commercio nel 1987 con il nome: Adattatore Telematico 6499. L’apparecchio era una riedizione adattata per l’Italia di un modem inglese Miracle/Y2. Era possibile connettersi in teoria con qualunque home o personal computer purché dotato di un software di emulazione del protocollo videotex e di un modem che supportasse lo standard V.23 (1200/75).

Come ben ricorda chi ha vissuto quel periodo, vennero creati durante gli anni molti utenti fantasma (qualcuno dice per far vedere il sistema sempre in crescita). Questi erano persone inesistenti o enti, Comuni e banche che non avevano mai richiesto il servizio e nulla a loro veniva addebitato. L’algoritmo di creazione delle password, di una semplicità estrema, divenne quasi di dominio pubblico e il Videotel visse il momento di massima espansione.

I Fornitori di Informazione erano coloro che compravano una pagina Videotel (e relative sottopagine) e potevano gestirla, in modalità “Prestel”, inserendo dati e servizi. Oppure inserendo un rimando o Link che dirottava l’utente negli elaboratori del Fornitore che gestiva informazioni in modalità “Teletel” con, il più delle volte, tariffazione a tempo. Ogni pagina poteva avere un costo da 0 a 9900 Lire in modalità “Prestel” o a minuti (220 lire) in modalità “Teletel”. Quando si visionavano tali pagine, il costo veniva addebitato non sulla linea telefonica, ma all’intestatario della linea telefonica la cui password associata era stata usata per l’accesso.

Qualcuno di questi cercò subito di guadagnarci, caricandosi in proprio delle pagine fittizie o distribuendo password valide agli utenti delle proprie messaggerie. La SIP avrebbe dovuto recuperare i soldi sugli intestatari, che però non esistevano e quando il giro di soldi si espanse troppo il sistema collassò. La SIP si rifiutò di pagare in pieno i Fornitori di Informazione e ne denunciò alcuni, altri, invece, denunciarono la SIP ed ottennero risarcimenti consistenti dimostrando la correttezza dei loro servizi.

Il Videotel cominciò a morire quando la SIP passò al sistema a “Chiosco”, interamente in modalità “Teletel”, che prevedeva l’addebito dei costi sulla linea telefonica usata per il collegamento con diverse tariffe di collegamento in base ai servizi dati, come funzionava in Francia, ma giunto in Italia con molto ritardo. Poi la diffusione di Internet lo rese una tecnologia superata.

Fonte

Il Videotel su Wikipedia